La Juventus chiude il progetto iniziato con Thiago Motta e sceglie Tudor per rincorrere la Champions League: un esonero che va oltre il rettangolo verde.
E’ durato solamente otto mesi il progetto della Juventus con al centro Thiago Motta: l’allenatore italo-brasiliano, dopo aver portato il Bologna in Champions League, sembrava essere l’uomo giusto per aprire un nuovo ciclo in casa bianconera, fatto di giovani e di bel gioco.

Eppure, di partita in partita, quel feeling che inizialmente sembrava essersi creato fra Thiago Motta e l’ambiente è andato dissipandosi, lasciando spazio a delusione e confusione; l’eliminazione improvvisa dalla Champions League e quella clamorosa contro l’Empoli in Coppa Italia sono state un vero e proprio terremoto per la panchina dell’allenatore, che alla fine (complici anche le brutte sconfitte con Atalanta e Fiorentina e i punti persi in campionato) hanno portato all’addio.
Giuntoli, dopo la partita con la Fiorentina, aveva confermato Thiago Motta, ma la sosta ha portato i vertici bianconeri a cambiare idea: spazio quindi a Tudor, che avrà circa due mesi per guadagnarsi la riconferma, certa in caso di qualificazione alla prossima Champions League. Thiago Motta ha fatto quindi le valigie, per una vicenda che continuerà comunque a far discutere.
Juve-Thiago Motta, il ciclo finisce prima di essere iniziato
Dopo il comunicato ufficiale della Juventus, sono cominciati a circolari ulteriori dettagli sull’addio fra Thiago Motta e il club bianconero: stando a quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, pare che sia stato decisivo il summit di martedì fra l’allenatore, Giuntoli e Scanavino.

L’esonero non era ancora deciso, ma le risposte del tecnico avrebbero indotto i dirigenti a ponderare la soluzione più estrema; pare che Giuntoli abbia espresso le sue perplessità sul gioco della squadra, sottolineando la mancata reazione a Firenze nonostante lui stesso, nello spogliatoio, avesse chiesto una dimostrazione ai giocatori.
Motta, secondo quanto riporta la testata, si sarebbe mostrato sereno nonostante il momento complicato, un atteggiamento che non è piaciuto ai dirigente; probabilmente l’allenatore era certo di avere delle soluzioni per cambiare rotta in questo finale di stagione, ma la fiducia nei suoi confronti si era esaurita. Tudor riuscirà a centra l’obiettivo minimo stagionale, ovvero la qualificazione in Champions League? Ora è tutto nelle sue mani.